UNA VITA FELICE PER DIO E PER IL RE La vita quotidiana nelle riduzioni del Paraguay

 Una vita quotidiana determinata dall’avvenimento cristiano: questa è in sintesi la esperienza delle riduzioni del Paraguay.

Un’esperienza che si sviluppa in uno spazio di circa 150 anni, dalla fine del 1500 alla metà del 1700, con una storia ricchissima, in cui la vita di persone famose, dalla vita avventurosa (si pensi al padre Antonio Ruiz de Montoya o al padre Antonio Sepp, definito “il genio delle riduzioni”) si intreccia a quella di umili indios guaranì. Proprio da questo incontro tra gli indios guaranì e il cristianesimo vissuto nella sua interezza, è nata un’esperienza assolutamente unica, originale, diversa. Un’esperienza che solo il cristianesimo poteva originare.



Come ha scritto padre Aleksandr Men: “il punto di forza del cristianesimo consiste proprio nel non negare nulla, nell’affermazione, nell’ampiezza, nella pienezza d’orizzonte che afferma tutto”. Così i padri gesuiti, giunti dall’Europa desiderando la gloria di Cristo, come recita il loro motto: “Ad majorem Dei gloria”, sono stati capaci di creare, nell’incontro con gli indios guaraníes, nomadi alla ricerca della “Tierra sin mal”, la terra senza male, una realtà sociale, economica, civile che ancora oggi desta stupore. Lo stupore che si prova pensando a come sia stato possibile creare, 400 anni fa, in mezzo alla foresta, imponenti basiliche della cui bellezza oggi si può avere solo una pallida idea visitando i resti che rimangono a Trinidad e Jesus, in Paraguay o a San Ignazio Minì in Argentina oppure ammirando le poche statue rimaste nei musei locali. Lo stupore che si prova scoprendo il sistema di proprietà e il modello economico sviluppatosi nelle riduzioni, in cui persone che fino a pochi anni prima vivevano di caccia e baratto, sono state condotte a creare un sistema produttivo capace di sostenere più di 140 mila persone in 30 riduzioni.

Lo stupore che si prova di fronte al modello di educazione proposto e vissuto, per cui tutti sapevano scrivere e la scuola era obbligatoria per i bambini, quando ancora in europa la maggior parte della popolazione era analfabeta. Lo stupore che si prova di fronte alle scoperte scientifiche fatte nelle riduzioni, come ad esempio gli studi di padre Bonaventura Suarez che crea un osservatorio astronomico, collabora con i maggiori astronomi del tempo a Vienna e a San Pietroburgo, scrive un lunario “perpetuo”, il tutto nella foresta, lontano dalla civiltà del tempo. Lo stupore che si prova di fronte alla scoperta che la prima tipografia dell’America del sud nasce nelle riduzioni, e pubblica libri non solo in latino, ma anche in lingua guaranì e di scrittori guaranì.

Lo stupore di fronte al sistema giudiziario, all’organizzazione della sanità, all’organizzazione urbana (si pensi che nelle riduzioni esisteva una rete di fognature che nelle maggiori città coloniali cominciò ad esistere solo alla metà del 1800). Lo stupore che si prova ascoltando la musica creata nelle riduzioni dai grandi maestri come Zipoli e Sepp, che accompagnava la liturgia più solenne come i momenti più normali della giornata. Lo stupore che oggi coglie noi di fronte a tutto questo è il medesimo stupore che coglieva i contemporanei delle riduzioni, gli storici o gli intellettuali dell’epoca, da Muratori a Voltaire.

Era una civiltà nuova in mezzo alla foresta. Una civiltà nuova, in cui tutti gli aspetti dell’esistenza erano riconosciuti e valorizzati. Lo scopo della mostra è di entrare nella vita quotidiana delle riduzioni: per questo si è pensato di ricostruire una di queste riduzioni, con la sua piazza, la chiesa, le case, il collegio, i laboratori. La mostra si sviluppa dentro questi luoghi, ripercorrendone la storia e mostrandone lo svolgimento della vita quotidiana attraverso fotografie, pannelli e video. Sarà possibile ascoltare la musica creata nelle riduzioni, ammirando nel contempo l’arte nata nelle stesse sotto la guida di famosi artisti europei, come Brassanelli o Primoli. Un video finale condurrà alla scoperta di luoghi in cui oggi, in Paraguay, rivive con tutta la sua ricchezza l’esperienza delle riduzione, l’esperienza di una fede che genera una nuova civiltà.

Con la collaborazione di Ana Burro, Ferdinando Dell’Amore, Norma Gimenez, Marcos Isfran, Victoria Palacios, Claudia Palazon, Cesar Rios, Eduardo Zavala.

Mostra curata da: Ana Burrò - Cesar Rojos  - Claudia Palazon - Eduardo Zavala  - Ferdinando dell'Amore- Marcos Insfran - Norma Gimenez  - Trento Aldo