Redazionali

Dante al Liceo Montanari

In questi giorni si parla e si scrive molto di buona scuola. Ma da dove può ripartire la scuola se non dai suoi protagonisti, studenti e insegnanti? Protagonisti non separati dal muro del registro e delle verifiche, ma uniti nella meravigliosa avventura della conoscenza, meglio se accompagnati da una guida d’eccezione: Dante e la Divina Commedia. E’ quanto è accaduto al Liceo delle Scienze Umane “Carlo Montanari” di Verona, che ha ospitato, dal 20 al 31 ottobre 2014, nella splendida Sala dei Cavalieri di Palazzo Ridolfi – una delle più belle sale affrescate di Verona- la mostra “La felicità nel Paradiso di Dante”- La gloria di Colui che tutto move-.  A dire il successo dell’iniziativa non sono solo i numeri: aperta a tutte le scuole veronesi, ma anche a semplici visitatori, ha visto scorrere davanti ai bellissimi pannelli 30 classi di nove Istituti diversi che, sommati ad altri visitatori, ha registrato più di 600 presenze. “Il fiore dei fiori” che ha illuminato “il bel giardino” (Par. XXIII) è stato rappresentato dalle guide alla mostra, una dozzina di ragazze/i del Liceo Montanari che, adeguatamente formate, si sono lanciati con spericolata baldanza nella spiegazione dei versi paradisiaci, forse complessi ad una prima lettura, poi rivelatori di una bellezza senza pari.


Scrive Silvia: “partecipare a questa mostra mi ha fatto sentire piccola e inadeguata, ma mi ha fatto scoprire ciò che mi sta più a cuore: insegnare. Vorrei che la Commedia non fosse solo spiegata, bensì raccontata”. Il poeta racconta il suo viaggio straordinario; a noi non vengono chieste astratte definizioni, ma solo la disponibilità a reagire alla provocazione contenuta nei  suoi versi.  Afferma Marta: “il lettore nella mostra viaggia insieme al poeta alla ricerca del volto di Dio. E noi? Saremo abbastanza forti per scegliere la nostra idea di felicità?”. E Benedetta: “Dante ha provocato me, chiedendomi se la strada presa fino ad ora è la mia strada verso la mia felicità”; per far questo dobbiamo “inseguire il fascino e Dante lo ha seguito, ha seguito la sua felicità, ha seguito Dio”. Anche Chiara ha avuto l’impressione che Dante le “lanciasse direttamente la provocazione di domandarmi cosa sia per me la felicità e in cosa io la stia cercando. Non sono domande che oggi ci poniamo spesso: ho ascoltato Dante come si ascolta una persona che ha un messaggio importante da lasciare e per il quale ha dedicato la vita intera”. La mostra ha aiutato Gloria a vedere Dante “in una prospettiva completamente diversa: ho capito che Dante è stato un uomo come noi, che amava, gioiva e aveva paura proprio come noi”. Le fa eco Veronica, stupita per aver visto “qualcosa di nuovo, una nuova modalità di vivere la scuola”. Giacomo si è “sentito parte di un lavoro ben fatto”, tanto da capire che “la scuola non è solo ansia da verifica, ma è o deve essere crocevia di menti e pensieri che si incontrano senza scontrarsi”. Anche Diana parla di sorpresa. Si aspettava di essere travolta “da una valanga di date, nomi, personaggi, eventi e numeri di canti da sapere”. Ma, ammette, non avevo capito nulla:”non era per niente una mostra su Dante, bensì su me e Dante. Era come una prima, un’ouverture di me stessa… Ero stata investita sì da una valanga; ma di profumi, di sensazioni, di luoghi luminosi, di cieli azzurrissimi, di parole che non avevo mai detto e pensieri che non avevo mai avuto, ma che erano sempre stati lì nei vicoli e nei ventricoli del cuore”. Si è trattato, invece della temuta mostra nozionistica su un austero uomo del passato, di “un lieto café letterario con un amico”. Persino “gli affreschi della sala sembravano sporgersi per ascoltare”. Scrive ancora: sono stati “momenti di pura tensione verso l’ignoto, in cui tutti lì dentro scalpitavamo per  capire questo grande e ineffabile punto interrogativo che è il cuore di un’altra persona, e con esso anche il nostro”.
C’è solo da augurarsi, di fronte a tanta disponibilità d’animo di questi giovani, che gli adulti sappiano capire, che la politica scolastica sappia capire. Ma anche se così non fosse, Dante continuerà a parlare ai nostri cuori inquieti e desiderosi del vero e del bello, al di là di tutti i documenti governativi, verso l’Amore che muove il sole e le altre stelle.


Carlo Bortolozzo  Liceo C. Montanari