Redazionali

Giotto presentato dagli studenti

Alcuni ragazzi che hanno partecipano alla mostra sulla Cappella degli Scrovegni di Giotto ci raccontano come è andata

Perché avete deciso di partecipare al progetto di questa mostra?

Antonio

All’inizio per la curiosità di scoprire la Cappella degli Scrovegni, poi ascoltando il professor Filippetti mi sono appassionato ed ho deciso di proseguire.

Cosa state imparando nel fare la guida e qual'è la cosa che vi piace di più dell’esperienza che state facendo?

Nancy

Solitamente guardando un’opera del passato non ci si ferma a pensare cosa l’artista voleva comunicare. Approfondendo i particolari di Giotto come ad esempio il ripetersi del numero tre oppure nell’ osservare il particolare della persona che tiene la croce ho provato una grande emozione e ho pensato che se qualcuno non me li avesse fatti notare io non li avrei mai visti. Poi è capitato anche a me durante le visite guidate di far notare diversi particolari ai visitatori ed ho visto molti di loro emozionati e con gli occhi lucidi.

Lucia

Sto imparando a stare davanti alle persone e mi piace vederle contente alla fine della visita guidata.

Antonio

Imparo cose che non conoscevo e poi sto imparando a parlare davanti ad un pubblico scoprendo che è molto bello, soprattutto quando le persone alla fine della guida sono contente e addirittura mi applaudono.

 

Cosa vi sta insegnando Giotto e cosa può insegnare alle altre persone che verranno a visitare la mostra?

Roberta

Mi ha insegnato il bello dell’arte e di quanti significati nascosti ci sono in essa.

Nancy

Mi sta insegnando che nelle cose che si fanno ci vuole tanto impegno. Giotto si è speso tanto perché le cose che faceva lo interessavano molto e questo suo esempio mi spinge persino a “soffrire” per le cose che mi interessano. Un’altra cosa che ho imparato da Giotto è di essere umile.

 

Raccontateci qualche aneddoto, episodio che vi ha colpito in modo particolare.

Nancy

Ad un ragazzo e ad una ragazza ho raccontato un particolare dell’uomo che sostiene la croce e gli ho detto che quell’uomo poteva essere ognuno di noi, e che Dio nel momento del bisogno ci aiuta. La ragazza si è quasi commossa, ha preso una croce che aveva con se e l’ha baciata. Io sono atea e questa cosa mi ha colpito. Poi mi è capitato di fare la guida anche a dei bambini spiegando i vizi e le virtù.